Acqua: mito e tradizione (Seconda Parte)

 

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A questi demoni piovani pare venissero concessi ad esordio sacrifici umani, che si fecero poi animali ed infine simbolici, seguendo l’evoluzione societaria.

Residuo culturale di questi probabili sacrifici umani è una poesia raccolta da Francesco Enna in Sos contos de foghile. Si tratta di una cantilena di singolare bellezza, e viene intitolata Sa Paristoria di Maria Giusta (Macomer).

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Racconta di una donna che si reca a cercar legna d’ardere. Improvvisamente cade un fulmine che incenerisce un leccio e contemporaneamente da una scure priva di manico fuoriesce una fata. Capelli d’oro e cuore di colomba, così viene descritta, e questa rende noto alla donna che per far sgorgare in abbondanza acqua dal vicino pozzo, dovrà   buttarvi dentro la scure. Ma la donna beve e si dimentica di quanto detto dalla fata. Trascorre meno di un anno e d’estate la siccità  si fa tremenda. Tutto si secca, anche il figlio della donna che d’improvviso ricorda l’incontro con la fata e cerca disperatamente la scure, ma non riesce più a trovarla. Sentirà  ancora la voce della fata ma questa volta le parole avranno un gusto più amaro. “S’abba no naschet si sambene non paschet” (l’acqua non nasce se il sangue non pasce). La donna comprende il significato del dire della fata e si butta nel pozzo. Miracolosamente l’acqua prende a zampillare.
Questa leggenda è carica di simbolismi e si riconnette ai ritrovamenti portati alla luce nel complesso di Santa Vittoria. Le statuette ritrovate, rappresentavano colombe, madre con figlio e ascia bipenne, la labrys, di derivazione micenea, uno dei simboli religiosi più antichi della zona mediterranea e mediorientale, connessa al Dio Toro Sole e la Dea Vacca Luna.

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Ma l’acqua in Sardegna ha anche un valore terapeutico. Commentatori classici (Solino III d.C. attingendo da Sallusio) raccontano che le acque della Sardegna sono una benedizione. Calde e miracolose, capaci di curare occhi e ossa indebolite. La Turchi racconta di una fonte termale che con probabilità si trovava in Benetutti, capace di curare 101 mali.
Pettazzoni approfondisce ancora e racconta che le acque sarde erano utilizzate anche nelle ordalie. In caso di adulterio, procreazione illegittima e, furto, si giudicava il sospettato immergendolo nelle acque. Il demone che nelle stesse riposava avrebbe appurato innocenza o colpevolezza dell’individuo premiandolo o punendolo. Avrebbe perduto la vista se colpevole, l’avrebbe avuta migliorata nel caso in cui si fosse rivelato innocente. Ecco spiegate, secondo Petazzoni le statuette sarde ( Eroe dai quattro occhi e dalle quattro braccia proveniente da Teti di Nuoro) che posseggono innaturalmente 4 occhi e braccia.

guerriero

2 Comments
  • green
    Febbraio 20, 2010

    è un alieno!!!! essi sono atterati sulla terra in quel periodo storico e sono stati rappresentati nelle loro forme in questa statuetta….ne sono certo dopo 15 anni di ricerche su questa statuetta (analisi,confronti,…)
    GLI ALIENI ATTERRERANNO SULLA TERRA IL: 6 ottobre 2010 (ricordate chi la vede questa data)

  • semi canapa sativa
    Giugno 5, 2015

    Se le piante avranno abbastanza luce solare, vi ripagheranno con una buona crescita
    e un ottimo raccolto.

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