Santa Barbara che possiede la chiave dei fulmini e del cielo

Nonna Barbara

Storia di dèi, sante e parole magiche – in ricordo di Barbara, una delle mie specialissime nonne.

Domani mi riposo, mi sono detta ieri, d’altronde me lo merito.

E ci credevo davvero: sia che mi sarei riposata, sia che quel riposo era piuttosto meritato. D’altronde ieri ho tenuto un buon seminario che parlava di Matrice, vulva, rito dell’Anasyrma, dell’Anlu, del simbolismo della conchiglia. Insomma cose difficili da masticare e da far masticare visto che non ci siamo più abituate. Ma questi argomenti sono dei super food per la nostra crescita spirituale, per l’innalzamento della nostra consapevolezza e lo sviluppo della nostra intuizione.

Di recente, leggendo un libro di Osho un’immagine da lui condivisa mi ha colpita: quando vedo un uomo, sto parafrasando, spero Osho non se ne abbia a male, vedo sempre la stessa cosa: una lanterna di terracotta. Ma quella lanterna non è solo fango: è anche fuoco che procede sinuoso verso l’alto. Ebbene quella fiamma è l’anima di ciascun uomo, e donna beninteso. Chi si dimentica di questa fiamma, chi non la cura, chi non la nutre e smette di elevarsi verso l’alto rimane solo fango.

Il seminario di ieri era nutrimento per quella fiamma, perché la cosa di essere solo fango a me non mi convinca tanto.

Quindi riposo, dicevo, e nulla fare. Ma ovviamente non ci sono riuscita. Mi sono ricordata che oggi i cristiani festeggiano santa Barbara, la santa straniera. Mi sono ricordata che è lei, Santa Barbara ad essere invocata contro i temporali qui in Sardegna. Mi sono ricordata del Carro di Nannai, anche lui fatto di temporali, tuoni e fulmini. Mi sono ricordata che anche mia nonna si chiamava Barbara e che oggi avrebbe festeggiato il suo onomastico.

E ho pensato che mi riposerò un altro giorno. Oggi ho da scrivere.

Tuoni e Fulmini: simbolismo in breve

Baal

Partiamo dal suono e poi arriviamo alla luce: prometto che sarò breve, perché per quanto il simbolismo per me sia la base dell’intelligenza umana, il lego primordiale che ci ha consentito di costruire nuraghes e piramidi, capisco che non tutti ne siano così attratti.

Il tuono è il risultato dell’espansione esplosiva dell’aria calda prodotta dal fulmine, quindi senza il fulmine non ci sarebbe nemmeno il tuono. Eppure in passato lo si spiegava così:  manifestazione della divinità. Vedevi un tuono e pensavi a due cose, forse tre. La divinità è in giro, scappa e magari prega, se non sei vicino a casa.

Gli dèi signori del tuono sono stati parecchi: lo so che tu stai pensando a Zeus, ma non è stato il solo. C’era Baal, Thor, Yahvè, Indra, c’era Taranis e poi c’era Santa Barbara, ma di lei parleremo fra un attimo.

La cosa interessante di questi dèi è che sono distruttivi e creativi: sono signori della morte, ma anche della rinascita. Finirà che dovremmo capirlo anche noi, piccoli uomini datati 2020: la morte fa parte della vita e senza morte non c’è rinascita. Quindi tapparsi le orecchie quando si parla di morte non è un’idea così geniale. Mica scompare, la morte intendo.

In molte società il tuono era il muggito del grande toro divino, ma anche il battito delle ali di un gigantesco uccello o il ruggito di un giaguaro. Ma oggi ci soffermiamo su Thor: era il suo grande carro, trainato da caproni enormi a generare i tuoni. Questa storia non ti ricorda niente? Tipo il nostro Nannai e il suo carro?

A parlare di vita e rinascita sono le situazioni nelle quali il tuono si presenta: procede le piogge primaverili e risveglia la natura. Senti questa storia che io trovo bellissima: secondo gli indiani americani gli dèi in inverno abbandonavano la terra e i tuoni sono un allert che avvisava gli uomini del loro ritorno. Ecco perché un tempo erano accolti con canti, feste, balli e offerte.

Anche simbolicamente il tuono è un segno che parla di rimessa in moto delle cose, di energie nuove ed improvvise, ma anche di promessa di caos e devastazione.

Una improvvisa scarica di elettricità genera invece il fulmine, papà del tuono. La forza assassina promessa dal tuono è messa in campo, con grande capacità scenica, dal fulmine. Inatteso, istantaneo, assassino, splendente. Ne uso solo 4 di aggettivi, ma potrei andare avanti per ore.

Se il tuono è di Thor e di Nannai, il fulmine, non ci piove, è di Baal che brandisce un bastone del tuono e il bastone del fulmine (fiquo no? Una sorta di bacchetta magica non credi?). La cosa davvero interessante è che il bastone o la lancia del fulmine culmina con un tripudio di germogli, quasi che questo, il fulmine, abbia lo scopo di fertilizzare la terra.

Credo che il dio dell’antica Siria abbia notevolmente influenzato la nostra visione del mondo. Alla faccia di Zeus e della sua saetta.

Non è un caso che il fulmine sia spesso inteso come eiaculazione sacra dall’incredibile potere fecondativo.

Nello sciamanesimo è intuizione, esperienza mistica che attiva l’inconscio  e apre le porte al regno psichico della chiaroveggenza. L’esperienza in questione è detta qaumaneq – lampo.

Eppure anche qui non tutto è rose e fiori. Non solo feconda  e illumina il fulmine, ma infligge anche una punizione e senza dare alcun tempo al pentimento. Simbolicamente livella, perché colpisce sempre quello che sta più in alto per cui gli induisti lo hanno a lungo inteso come l’elemento che distrugge, senza pietà, le illusioni dell’io.

Sono stata breve no?

Santa Barbara, la santa estranea. Si ma a cosa?

E ora passiamo alla signora dei Fulmini, Santa Barbara, della quale si sa così poco e così ingarbugliate e conflittuali sono le informazioni che abbiamo di lei che qualche maldicente ha supposto che il mondo cristiano se la sia inventata di sana pianta. Cose da pazzi!!!

Per la cronaca, io sto dalla parte dei maldicenti, perché delle volte a pensar male si fa bene. No?

Molte delle info che ti riporto qui le ho tratte dal libro Calendario di Cattabiani e da questo interessante post pubblicato su “Calendario Pagano”, pagina fb. In sintesi:

la santa ha ereditato moltissimi tratti precristiani di divinità chiamate con altri nomi che custodivano il fuoco e le saette. La religione di Barbara, o qualunque fosse il suo nome, era pagana, poi dopo che il padre la chiude in una torre per custodirla pura per il matrimonio (zampino della cultura patriarcale?), Barbara si converte. Nella torre fa costruire non due finestre, ma tre. No, non per una questione di luce; sappi che era in uso avere solo due finestre nelle torri, ma lei ne vuole tre per via della Santissima Trinità. Si fa portare anche una piscinetta sulla torre dove per tre volte si immerge auto battezzandosi e dopo di che il colpo di scena. Si smaterializza, oltrepassa i muri di pietra e vola in montagna. Purtroppo un pastore la vede, denuncia il fatto al padre che la martirizza e la decapita. Sarebbe interessante capire come il padre becchi una che si smaterializza e vola, ma andiamo avanti. Tutto questo succede fra il 235 e 313, non si comprende bene.

Il padre Dioscuro, muore fulminato istantaneamente. Barbara invece viene santificata.

La cosa davvero interessante è che ancora oggi in Sardegna Barbara, la santa, in compagnia di Giacomo, il santo, vengono invocati contro i temporali in quanto custodi delle chiavi del cielo e dei fulmini.

Ah già, la questione dell’estranea: ovviamente alla religione cristiana.

Nannai, brevi accenni

Pensa a Thor. Ora pensa a Thor vecchio e con un carro un po’ più sgangherato. Ecco: in mente hai Nannai. Secondo la tradizione isolana è sposato con sa mama de su bentu, e solo lei riesce a calmarlo. No giuro che non ti racconterò niente in merito al vento, ma sarebbe interessante.

Parlo di Nannai molto a lungo nel mio “Rebecca, le Janas e il carro di Nannai”, ed. Condaghes. Acquistalo, leggilo ai bambini o tienilo tutto per te. Troverai storie interessanti.

Rebecca, le janas e il carro di Nannai - ed. Condaghes

Brebus

Ci sono almeno due pregadorias o brebus che si recitavano in Sardegna quando i temporali erano davvero forti. Ne parlo nel seminario dedicato al potere della parola. Iscriviti se ti va.

Due pregadorias dicevo: la prima è quella delle 12 parole che non ti riporto qui. L’altra è l’invocazione a Santa Barbara e a San Giacomo.

Santa Brabara e Santu Jacu / Bosu potais is crais de lampu / Bosu potais is crais de cielu/ no tocheis fillu alleu, ne in domu ne in su sattu / Santa Brabara e Santu Jacu”.

” Santa Barbara e San Giacomo / Voi portate le chiavi del fulmine / Voi portate le chiavi del cielo / non toccate i figli nostri / né a casa, né in campagna / Santa Barbara e San Giacomo”.

Le erbe dei temporali e pietre dei fulmini

Ruta Credit: Photo by L.R.

Chiudo questo post che doveva essere breve, ma va beh, leggitelo con calma, con due suggestioni.

La ruta: è una delle piante ritenute più potenti sul territorio isolano. Tra i tanti portenti che le sono propri c’è anche quello di tenere a bada le tormente di vento ed i temporali. Per sapere tutto ti consiglio questo seminario.

Le pietre del tuono e del fulmine: ce le abbiamo anche in Sardegna, ma sono comuni in tutto il mondo e anche loro sono ritenute portentose. Indovina per cosa sono usate sull’Isola delle Janas? Per favorire i parti degli animali (a proposito di fertilità). Per sapere tutto ti consiglio questo seminario.

Passo e chiudo. Condividi l’articolo non tenerlo tutto per te, usalo per conoscere meglio il tuo passato e il tuo territorio, e mentre io penserò a Barbara, mia nonna, che ora davvero possiede le chiavi dei lampi e del cielo, tu dedicati a tutte le altre Barbara che possiedono un nome potente e audace che parla di donne straniere e forti, in grado di domare i tuoni ed i fulmini.

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