Il nuraghe Diana fra storia e leggenda

 

nuraghe-dianaIl nuraghe Diana si mostra sprezzante primeggiando su d’una collinetta granitica nella zona detta di Is Mortorius e a ragione, visto che sopravvive dignitosamente dalla prima età  del Ferro. Intorno a lui è tutto mare e mistero. E’ enigma la tecnica costruttiva, della sua utilità si può solo ipotizzare e del tesoro che nasconderebbe si può solo raccontare.

Anche se a rigor del vero qualcuno quel tesoro lo ha cercato accanitamente, affascinato dai sogni di ricchezza, punzecchiato dalla misteriosa leggenda che sparpaglia sulle antiche pietre un alone di fascino inviolabile.

La leggenda

Si è tramandata oralmente di generazione in generazione e i quartesi più¹ anziani non l’hanno certo dimenticata.

Racconta di un tesoro inestimabile nascosto nei pressi del nuraghe, sotterrato lì dal pirata Giacomo Mugahid, frutto delle sue scellerate scorrerie.

Messo al sicuro il proprio tesoro presto il mare richiamò l’uomo. Il motivo di una fuga tanto rapida la leggenda non lo racconta, ma è proprio vero che si sa quando si parte e non quando si farà  ritorno. Il pirata non toccò più le coste sarde,abbandonando forzatamente un bottino sostanzioso e la sua sposa. Innamorata e speranzosa lei lo attese per tutti i giorni che le restarono da vivere. Si racconta che scrutasse il mare avidamente, in attesa che il suo Giacomo facesse ritorno.La gente prese a chiamarla La Capitana, nome poi assorbito dallo stesso litorale e dopo la sua morte in molti continuarono a vederla fra gli scogli, in attesa.

 

La caccia all’oro che prese non pochi sardi, ha determinato la distruzione di parte dell’antica struttura. I tombaroli andavano alla ricerca di un ipotetico pozzo nel fondo del quale Mugahid avrebbe nascosto il tesoro. Il motivo del mancato ritrovamento non è imputato all’assenza del tesoro, ma alla presenza di anime dannate poste a sua protezione.

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Tra storia e archeologia

Il nuraghe Jana, come ad origine doveva chiamarsi, rimase per lunghi secoli coperto sotto alti strati di terra e detriti che ebbero come apprezzato risultato, quello di proteggerlo.

Durante la seconda guerra mondiale divenne basamento per una torretta d’avvistamento e l’intera zona divenne postazione militare della C. Faldi.

Le prime segnalazioni relative a quello che sarebbe stato scoperto come nuraghe Jana risalgono agli anni cinquanta. Il professor E. Atzeni fu il primo ad interessarsene e condurre approfonditi studi. Gli scavi archeologici iniziarono molto più tardi, nel 2000 sotto la direzione di Patrizia Zuncheddu e Giampietro Secci.

 

I lavori hanno portato alla luce una struttura del tutto originale, che presenta non poche particolarità. Prima fra tutte le dimensioni delle pietre utilizzate, che si presentano più ampie nella parte superiore rispetto alla parte sottostante.

Le ipotesi

L’ipotesi più accreditata è che il complesso  a tre torri ricoprisse una certa importanza in quanto avesse la funzione di sorvegliare un importante porto che faceva parte dei molti scali marittimi presenti in tutto il golfo di Cagliari nell’ormai lontano XIII secolo a. C.

Chi era Mugahid?

Quel che diverte delle leggende è scoprire quanto vi sia di vero. E in verità  la Sardegna ebbe il suo terribile Mugahid, solo non si chiamava Giacomo, bensì Al-Amiri. Ma mille anni di storia trascorsa ben giustificano la svista. Anche lui abbandonò una moglie e chissà  forse un tesoro.

Si trattava probabilmente di un bambino di origine cristiana, rapito in giovanissima età  durante una delle scorrerie.  Il signore di Denia riconoscendolo differente dagli altri lo mise sotto la sua protezione e al momento giusto Mugahid gli successe.

Nel 1015 effettuerà  uno sbarco rapido e doloroso per i sardi nel Cagliaritano, conquistando la parte meridionale dell’isola. Lasciati uomini e fortezze in Sardegna prenderà la via del mare alla ricerca di nuovi finanziamenti e uomini. Sbarcherà ancora nei pressi del Castrum Mugete da lui stesso fatto erigere, non distante dalla spiaggia di Capitana nel 1016. I sardi organizzatisi con Pisani e Genovesi e in stretto rapporto con la fortuna riuscirono a cacciare il conquistatore. Nella sua fuga il Signore di Dania fu costretto ad abbandonare il fratello, la prediletta fra le mogli e un figlio. Esiste tesoro più grande?

Mugahid non farà mai più ritorno in Sardegna.

Claudia Zedda

Scritto per La Testata

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