Il sentiero delle more

 

L’estate a casa mia ha un profumo speciale. Ha un odore che non puoi confondere con nessun altro. Non può succedere che il tuo naso fraintenda l’odore di primavera con quello d’autunno, l’odore d’estate con quello d’inverno.

 

L’estate a casa mia ha un profumo speciale. Ha un odore che non puoi confondere con nessun altro. Non può succedere che il tuo naso fraintenda l’odore di primavera con quello d’autunno, l’odore d’estate con quello d’inverno.

D’estate, quando soffia vento da sud, di scirocco specialmente, cauto o quasi assente i profumi evaporano dalla terra e tu se ascolti puoi sentire. C’è l’odore di terra che è secca e croccante, invadente, selvatica, quasi fastidiosa.

 

Cammina.

 

C’è odore di caprifico: le piante selvatiche del fico quando passi ti salutano con quelle foglie che sembrano mani palmate e lo fanno offrendoti odore d’infanzia, di quando la maestra ti stava insegnando a tingere i tessuti e tu avevi scelto di farlo aiutandoti con le foglie del fico.

 

Cammina.

 

C’è la terra che odora ma anche il finocchietto giovane e chiacchierone. Non è ancora maturo, non è ancora pronto per la raccolta, ma come ogni adolescente, parla, e di sé racconta tutto. Lui lo fa con quell’odore fresco e pulito, che sembra di barbetta di finocchio solo molto più intenso.

Le more non profumano, eppure ci sono. Lo sai che è troppo presto ma ne raccogli qualcuna. La più morbida la metti in bocca. Chiudi gli occhi mentre la schiacci fra lingua e palato che è ancora aspra, eppure in fondo al gusto c’è del dolce, c’è il ricordo d’estate.

 

Cammina.

 

L’odore di eucalipto ti distrae. E’ come un parlottio di comari che ti coinvolge anche se non vorresti, perché hai da fare. Accanto ancheggiano sensuali le canne e scorre sopravvissuto un rigolo d’acqua. Tutto è ronzio di vespe e di api che si nascondono ma si fanno sentire, come un monito, come un richiamo.

 

Cammina.

 

Anche il sole ti sembra abbia un profumo, di cosa vecchia ma buona che guida i tuoi ricordi. Le foglie che non profumano quanto vorresti puoi accarezzarle fra il pollice e l’indice. Portati al naso le dita e odora. Immerso nel selvatico diventi selvatico anche tu.

Casa mia è la Sardegna, e in Sardegna non può succedere che il tuo naso confonda l’odore d’estate con quello di primavera, l’odore di scirocco con quello di maestrale. Ma questa del maestrale è ancora un’altra storia.

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