Iva a si biri – Sardinia no tax

Mario De Biasi - Sardegna, Desulo

Il mondo dell’informazione mi sorprende sempre di più: non che le elezioni politiche 2013 non siano state importanti, non che le fantomatiche promesse elettorali non meritassero un trafiletto ironico nelle prime pagine dei giornali, lungi da me dire che al Papa (si quello che si è dimesso di recente) non spettasse un minimo di visibilità, ma ci sono azioni che potrebbero cambiare la quotidianità della gente, nel bene e nel male, e delle quali si parla l’indispensabile. No, non sto pensando all’acqua che qualcuno tenta ancora di privatizzare e della quale sì, si dovrebbe parlare, sto parlando del futuro della mia bella Sardinia, di un futuro prossimo nel quale si potrebbe salutare l’Iva alla scozzese, sollevandosi il kilt e mostrandogli le chiappe.

La storia è fatta di eventi e di date e le date di questa storia sono almeno 4:

1998 Trattato di Lisbona e Decreto Legislativo 75: è consentito alle Regioni a Statuto speciale di trasformarsi in zona franca;

7 febbraio 2013 Delibera Regionale firmata da 240 amministrazioni comunali sarde per la trasformazione della Sardegna in zona franca;

12 Febbraio 2013 La delibera è stata inviata all’UE e allo Stato Italiano;

24 giugno 2013. E’ la data perentoria di attivazione del nuovo regime.

Ora, non focalizziamoci sulla polemica che qualcuno ha tentato di sollevare mettendo in relazione manovra e future elezioni (tentativo per altro lecito); d’altronde l’idea non è che sia stata proprio del piccolo Capellacci, visto che a richiedere l’applicazione ci ha pensato tempo addietro il  Psd’Az: qualunque siano le circostanze quel che conta ricordare è che questo cambiamento, qualora effettivamente possibile (Portoscuso pare esserci riuscita alla grande), cambierà la vita dell’isola e degli isolani.

Se tutto andasse liscio le prime a sperimentare la novità saranno Cagliari, Olbia, Porto Torres, Oristano, Arbatax e Portovesme e la manovra potrebbe dare concreti benefici non solo alla popolazione, ma anche al turismo e all’economia dell’isola e la Dea solo sa quanto realmente se ne abbia bisogno.

Il Pd ahimè fa scuola e ci insegna a non dire gatto fintanto che non lo si ha nel sacco, visto che le difficoltà per l’attuazione di questo sogno potrebbero essere tante, ma sperarci e PARLARNE, tanto per farsene un’opinione in merito, non potrà farci male.

E proprio di opinioni parliamo: una domanda più che lecita da porsi è questa: perché diavolazzo se diventare zona franca è tanto conveniente e a portata di mano per la Sardegna, nessuno ci ha “concretamente” pensato prima?

Per quanto l’abbattimento dell’IVA porterà benefici indiscutibili (pare che a Portovesme il gasolio lo stiano già passando a 0,830 euro al litro e la benzina a 0,871), ci saranno anche degli effetti negativi?

Parlarne, tanto per farcene un’idea tutti insieme, non ci potrà far certo male! Naturalmente parlarne significa evitare la polemica e avvantaggiare il sano dialogo fra isolani (e non solo).

@Kalaris

5 Comments
  • ilenia
    Febbraio 27, 2013

    ti dirò…è uno di quei diritti che ci spettan, in quanto regione a statuto speciale, e mi sono sempre chiesta perchè nessuno ci avesse pensato prima! sono molto curiosa di vedere come va la sperimentazione 🙂
    l’Isola ha bisogno di poter credere ancora nel futuro, e questa mi sembra una di quelle iniziative che faccian ben sperare…

  • Kalaris
    Febbraio 27, 2013

    Incrociamo le dita Ile 🙂

  • ilenia
    Febbraio 27, 2013

    sono tutta incrociata 😀

  • Alessandra
    Agosto 13, 2014

    Come si procede con la zona franca?
    È davvero un’ottima idea sia per i sardi sia per i turisti.
    E sarebbe bene trovare un modo per facilitare gli spostamenti dalla Sardegna al continente, dati i costi esosi attuali!
    Sarebbe il caso di raccogliere le firme con firmiamo.it, ad esempio, per smuovere meglio l opinione pubblica!
    Dai!!

  • Kalaris
    Agosto 25, 2014

    Ciao Alessandra, temo che tutto si sia risolto in un grande niente di fatto. Peccato!

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