Julia Carta

 

Di tutta questa storia, vecchia cinquecento anni, la cosa sorprendente è che sia accaduta per davvero, e che sia accaduta ad una donna che assomigliava a tante altre, in un paese a tutt’oggi esistente, che non era dissimile in nulla dai suoi fratelli paesotti che sul finire del ‘500 abbondavano nella arida terra sarda. Siamo a Siligo. E’ il 1596 quando i fatti prendono a susseguirsi troppo rapidamente per non intimorire. E’ certo, la nostra storia inizia il 14 di Ottobre.

[adsenseyu1]

Siligo è una piccola cittadina che non dista poi tanto da Sassari, dirimpettaia di Thiesi, Ittiri, Mores, Otzieri, Ploaghe. La possiamo per giunta immaginare questa Siligo, fredda d’inverno, afosa nei mesi estivi, come accade per le arroccate cittadine dell’isola. E’ qui che i fatti si svolgono, eppure non è qui che la nostra protagonista è nata. Nasce mas o menos, come gli atti dell’Inquisizione riportano, 34-35 anni prima che gli avvenimenti precipitassero e la città  natale è Mores. Farà  il proprio ingresso in Siligo quando a 25 anni sposa un vedovo che dal precedente matrimonio ha ereditato un figlio. Lo sposo si chiama Costantino Nuvole, e in quei dieci anni di matrimonio che seguiranno, lei gli darà  sette figli. Tutti morti. Ad eccezione di uno, l’ultimo. Che all’epoca dei fatti ha quattro mesi. La madre domanderà  di portarlo in carcere con se per meglio curarlo, perché sentiva il cuore scoppiargli in petto standogli lontana. E gli verrà  consentito. Il suo nome è Juan Antonio. Di se all’inquisizione dirà  d’aver appreso dalla madre a cucire, filare e tessere, come ogni buona donna sarda che si rispetti, dirà  di far parte di una famiglia di umile estrazione, fatta dal sudore di contadini e muratori. L’eccezione illustre è rappresentata da un parente che prende la via della chiesa e diviene canonico. Motivo di vanto per le famiglie d’allora. E racconterà  pure d’essere figlia di Salvador Casu e di Giorgia de Ruda Porcu Sini. Racconterà  di chiamarsi Julia Carta, seppure il nome completo della nostra prima donna è Julia Carsu Masia Porcu. Passerà  alla storia perché denunciata da un commissario del Santo Officio, Baldassar Serra y Manca. Per intenderci il sacerdote e parroco di Siligo. Eretica e strega, così la chiamarono quando, il 14 di Ottobre del 1596 qualcuno bussò alla sua porta. E la storia, che di fantastico ha solo il fatto d’essere giunta fino a noi.. prende avvio.

[adsenseyu1]


Claudia Zedda

 

2 Comments
  • ANNA PALLA
    Giugno 27, 2012

    Cosa ne penso? Direi piuttosto cosa ne piango: tutte le donne sono io, dunque come a Jiulia, mia madre mi ha insegnato a cucire a filare a tessere e chissà perchè mi sono morti tutti quei figli….
    Abbiamo organizzato una mostra come regalo simbolico in onore di Julia.
    Ciao Jiulia pace a te.

  • Kalaris
    Giugno 29, 2012

    Ciao Anna, dove si trova la mostra? Sarebbe bello visitarla. A presto!
    Claudia

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *