Le Streghe Vampiro

 

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Surbile, koga e stria sono tre termini differenti, che indicano la medesima creatura: la strega vampiro sarda. Le irrilevanti differenze che fra queste possono esistere sono relative ad uno sfaldamento della tradizione, che in origine doveva essere sicuramente unica, e che ora cercheremo di ricostruire..

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Nell’area meridionale, grosso modo il Campidano, la strega vampiro E’ nota con il nome di koga, o kogu, nella sua rara versione maschile. Il termine dovrebbe farsi risalire al più antico «coquus» e «coquere», il cui significato «cuocere», dovrebbe richiamare alla mente l’arte e la capacità delle streghe nella cottura delle erbe medicamentose..

Nell’area Logudorese e Nuorese sono invece presenti denominazioni differenti. Compare molto comunemente il termine sia femminile che maschile di sùrbile, sùrvile, sùlbile ed a Ovadda
survilia. Si ritiene di poter scartare la derivazione da «sorbilis», e si dovrà  ricercare forse un’origine etimologica preromana, o magari una modificazione del sardo surbéntile, in quel caso si parlerebbe di una derivazione dal termine latino «sorbere», perché è propria di queste la caratteristica del sorbire il sangue dei neonati…

Il legame con la Stria, animale riconosciuto in tutta la Sardegna con il barbagianni capace di causare sa istriadura, una sorta di itterizia, è molto interessante e verrà  in seguito approfondito…

E’ d’obbligo accennare a Sisinnia Koga, il nome pronunciato velocemente potrebbe sembrare sinagoga, ed in effetti si suppone che questo fosse in origine, ascoltato dai credenti sardi in messa, sia stato poi frainteso, e dal termine si sia estrapolato Koga, strega malvagia e Sisinnia, il nome della stessa. La tradizione vuole che…

Chiunque dunque potrebbe segretamente essere strega vampiro. Queste infatti non potranno essere riconosciute a causa dell’aspetto esteriore visto che nessun tratto le caratterizza. Solo secondo alcune testimonianze raccolte queste avrebbero dei tratti particolari. Una spiccata bruttezza secondo Cabiddu (paridi una conch’e coga, a indicare la bruttezza di una ragazza). Un aspetto diabolico, sarebbe dato dalla pelosità del corpo, dalla lunghezza delle unghie, dai capelli increspati..

Gli elementi che maggiormente spiccano sono quattro, che è giusto siano meglio analizzati: La mancanza di volontà, l’unguento, la metamorfosi ed il volo, il vampirismo..

La strega colpisce i bambini appena nati, che ancora non hanno ricevuto il sacramento del battesimo, o che lo hanno appena ricevuto. In ogni caso di creature che si trovano ancora in uno stato di impurità, che si collocano ancora fuori dalla realtà sociale, in quanto non riconosciuti dalla religione.

La società  sarda ha previsto una serie di mezzi attraverso i quali difendersi da questi attacchi notturni, che in linea generale possono essere evitati, non lasciando mai solo né il neonato, né la puerpera, la quale solo in rarissime circostanze è oggetto delle mire della strega vampiro. Come abbiamo detto, in alcuni casi le creature che suggevano sangue, facevano il proprio ingresso all’interno della dimora, passando per la serratura della stessa. Non era raro dunque sentir raccontare di serrature ermeticamente chiuse attraverso la cera vergine, il passaggio in questa maniera sarebbe stato otturato. Per evitare le aggressioni da parte della strega vampiro era oltremodo utile porre nei pressi della culla, o all’ingresso della dimora una falce dentata. Si era infatti certi che la strega non avrebbe saputo contare oltre il numero sette e ogni volta, raggiunto il sette, avrebbe ripreso da principio…

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Tratto da “Creature Fantastiche in Sardegna” di Claudia Zedda

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1 Comment
  • Gian Paolo Marcialis
    Febbraio 8, 2009

    Sono autore de SA BIDDA DE IS COGAS (iL PAESE DELLE STREGHE), Ed.Fiore, 2001 che descrive la realtà di Villacidro e delle antiche credenze in questi esseri fantastici. Non so se conosce questo libro. Per quanto concerne il Suo libro vedrò di procurarmene una copia a breve. E’ gradita una Sua risposta.
    Distinti saluti.
    Gian Paolo Marcialis

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