Malva: il rimedio rosa che parla alle mucose
Oggi ti racconto la storia della malva, in Sardegna narbedda, marmaruzza, marmaredda, marva, palmutza, pani e casu, pani de Deus, ma anche rosa de Ispagna.
C’è una regola semplice che ogni etnobotanico impara presto:
più un’erba è facile da usare e meno tossica, più sarà utilizzata nella medicina popolare.
E questa regola calza a pennello per la malva. È buona, rassicurante, sempre pronta ad aiutare: una vera e propria madre botanica.
Una carezza per il corpo
Anticamente la malva era ritenuta una delle quattro erbe bechiche, utili contro la tosse, insieme ad altea, parietaria e verbasco (tasso barbasso).
Ma i suoi benefici non finiscono qui: i latini la chiamavano omnia morbia, cioè “in grado di curare ogni male”.
È infatti utile per la cura:
- dell’apparato respiratorio
- dello stomaco
- della pelle
- delle mucose intime
- degli occhi
- dei capelli
Secondo l’arte della segnatura, la Natura avrebbe colorato di rosa e viola i suoi petali proprio per ricordarci la sua affinità con le mucose.
In questo articolo analizzeremo gli usi cosmetici e pochissimi usi medici, ma a breve, all’interno dei percorsi Janas Academy, approfondiremo l’argomento.

La malva e la luna
In Sardegna, la malva veniva esposta tutta la notte alla luce lunare, meglio se nella vigilia di San Giovanni.
Caricata di rugiada e raggi, diventava un rimedio non solo terapeutico ma anche magico contro infiammazioni e ferite.
Spesso si emulsionava con acqua e olio e si applicava sulla pelle come cataplasma: un vero ollu minau potenziato.
Malva e usi cosmetici
Considerata in Sardegna e in tutto il Mediterraneo una vera panacea, le fonti raccontano che la malva era già nota nel XVI secolo tra pastori e contadini. Faceva parte della farmacia dei sardi ed era spesso coltivata a scopo medicinale nei cortili e nei giardini.
Particolarmente apprezzati erano gli usi cosmetici, grazie soprattutto alle sue proprietà detergenti, idratanti, emollienti ed eudermiche.
Ecco alcuni rimedi “di bellezza” tradizionali a base di malva, raccolti in diverse zone della Sardegna:
- Cura del viso: infusione di fiori emulsionata con olio d’oliva (Gallura)
- Bagno lenitivo: decotto di fiori e foglie nell’acqua del bagno (Orgosolo)
- Contro i brufoli: impacchi di decotto emulsionato con olio (Tortolì, Arbatax)
- Crescita dei capelli: shampoo al decotto di ortica e malva (Sadali); in alcune zone si aggiungevano anche rosmarino e sambuco nero
- Pulizia dei denti: foglia o radice strofinata direttamente sui denti (Nuoro, Orgosolo)

Decotto, infuso, cataplasma e macerato di malva
Gli usi cosmetici non sono gli unici. Come accennato sopra, la malva aveva moltissime applicazioni alimentari e terapeutiche che esploriamo brevemente (per approfondire, ti consiglio i seminari della Janas Academy).
Le parti comunemente usate sono:
- le foglie giovani
- i fiori
- le radici
- i frutti
È ancora oggi considerata pianta commestibile: i frutti, dolciastri, venivano mangiati dai bambini; le foglie, lessate e mescolate con ricotta, servivano e servono per preparare ravioli, torte salate, frittate, frittelle e insalate.
D’altronde le foglie e fiori contengono mucillagini, oli essenziali, glucosio, acido tannico, e vitamine A, B, C, E: una vera e propria farmacia contenuta dentro una piccola pianta.
Questi principi venivano sfruttati in medicina popolare soprattutto tramite infusi, decotti, macerati a freddo e cataplasmi.
Nello specifico macerati, infusi e decotti erano in uso come:
- lassativi leggeri
- rimedi digestivo rinfrescanti
- rimedi per mal di testa e infiammazioni orali
- dermatiti
- irritazioni cutanee
- raffreddori e patologie respiratorie
- altro ancora
I succhi della pianta venivano impiegati invece per la cura di:
- dermatosi
- foruncoli
- afte
- punture di insetti
- per idratare e nutrire la pelle
Ricetta: Macerato di Malva
Un rimedio semplice e prezioso. Il macerato di malva è utile per:
🌸 Cura di capelli e pelle irritata
🦷 Colluttorio naturale
💧 Lavaggi intimi delicati
✋ Ammorbidire mani e piedi
🍃 Contro stipsi e gastriti leggere
📚 Secondo Marco Sarandrea e Walter Culicelli (autori di Dall’abete allo zafferano), i migliori effetti si ottengono con una macerazione al 5% in acqua tiepida per almeno 5 ore.
🌙 Preparazione:
Metti in ammollo foglie giovani e fiori, freschi o secchi, in acqua tiepida.
Lascia riposare tutta la notte.
Al mattino, filtra e conserva in frigo per massimo due giorni.
☕ Bere una tazza al giorno può anche aiutare a regolare il peso.
🧴 Unguento dalla foglia santa
Il dottor Cappelletti, nel suo Botanica (1969), consiglia la preparazione di un unguento alla malva, utile per la cura del viso e della pelle.
🌙 Preparazione:
- 3 parti di malva fresca
- 4 parti di burro (oppure strutto, più tradizionale e resistente al calore)
Taglia grossolanamente le foglie.
Falle bollire nel grasso fino a completa evaporazione dell’acqua contenuta nella pianta.
Filtra e conserva.
Applicare la sera sul viso, contro le prime rughe e la pelle ruvida.
🧠 Nota etno-botanica
La malva è una pianta generosa, ricca di mucillagini idrosolubili, note per le loro proprietà emollienti e antinfiammatorie.
In questo unguento, tuttavia, è soprattutto il grasso (burro o strutto, entrambi ricchi di vitamina A) a svolgere un’azione diretta: protegge, nutre e stimola la rigenerazione della pelle.
Ma non dimentichiamo la vera magia: una preparazione lenta, fatta con ingredienti genuini, dove ogni elemento si incontra e collabora, in un’antica sinergia di cura.
🌿 Vuoi provarci anche tu?
Preparerai uno di questi rimedi?
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