Quando i morti tornano a casa: is animeddas

In Sardegna, tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre, si apre un tempo di confine.
Le porte tra i vivi e gli antenati si socchiudono, e le case si riempiono di luci, profumi e pani rituali.
Non è il tempo della paura, ma del riconoscimento: is Animeddas (ma anche su mortu mortu, su prugadoriu, su peticone, is pannixeddas, su bene po sas animas) è la memoria che ritorna, la gratitudine che si accende.

In questa pagina ho raccolto alcuni dei miei articoli più amati su questo tema, scritti negli anni, e che giorno per giorno aggiornerò, per raccontare come la Sardegna ha sempre saputo dialogare con i suoi morti con dolcezza, rispetto e poesia.


Racconti e tradizioni


Conclusione


Ogni lume acceso, ogni pane condiviso, ogni racconto sussurrato in questi giorni è un modo per dire: non vi abbiamo dimenticato.

Scrivere e studiare le questue in onore de is animas è stato, per me, un modo per ricordare che la morte non interrompe i legami: li cambia forma.

Il mio interesse per l’argomento si è trasformato in un progetto si sviluppa in tre tappe, pensate come un cammino:
1. Mini-corso “Antenati, la forza nelle tue radici” – chiude oggi.
2. Seminario “Antanati, erbe e rituali” – aperto eccezionalmente fino al 10 novembre anche a chi non è iscritta alla Janas Academy.
3. Seminario lungo di approfondimento, previsto nei prossimi giorni, per chi desidera proseguire in un percorso più intimo e consapevole.

Buona lettura

Con gratitudine.

C.

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