Castagne matte contro l’influenza

Ho scoperto tardi che anche in Sardegna i frutti dell’ippocastano, la pianta medica dei cavalli, venivano considerati un ottimo rimedio contro l’influenza.

Appena capitava se ne raccoglieva una, forse due, e i semi/frutti si ponevano in tasca, come si faceva con i bulbi del ciclamino e come si faceva con le foglie di menta o lentisco. Perché proteggevano dalla malattia e dalle disgrazie. Approfondisci qui.

E chissene se il frutto dell’ippocastano era detto matto perché altamente tossico, mica se lo dovevano mangiare, lo si teneva in tasca, alla peggio lo si metteva sotto il cuscino. E chissene se in fondo a livello fisico la castagna matta non poteva proteggerci dall’influenza, perché mica si ingeriva. A livello sottile, portare indosso un green pass di natura, significava essere figli di natura e da questa dover essere protetti. A livello energetico attivava la via della fiducia e della speranza, che oggi le neuroscienze ci dicono essere un farmaco fra i più potenti.

Inoltre al sardo non devono nemmeno essere sfuggiti alcuni dettagli non da poco:

  • la falsa castagna sembra un occhio
  • ha, come tutti i semi la potenza della rinascita, e meglio tenersela in tasca quella potenza no?
  • il suo vestitino è pungente, e tutto quello che punge fa correre a gambe levate il malocchio
  • se fai battere a mo di dadi due frutti di ippocastano questi suonano, non come una campanella, ma quasi. E i rumori, anche minimi, non piacciono a chi ha brutte intenzioni; si tratti di persone o di energie.
  • E poi vuoi mettere quanto è rilassante giocarci quanto te li ritrovi in tasca, altro che antistress.

La cosa più stramba è che da bambina queste cose non le sapevo ma comunque, quando vedevo per terra quella castagna che non è un castagna ma le somiglia molto, con quel vestitino spinoso e pungente, niente, la dovevo raccogliere e mettere in tasca. E a 41 anni suonati lo faccio ancora. Dietro casa cresce un basso ippocastano che proprio in questo periodo lascia cadere i suoi frutti e io che faccio? Torno a casa con le mani piene di false castagne e vestitini pungenti. E che la gente mi guardi pure: io ho il green pass della natura, che potrà anche sembrare distratta, ma un occhio lo butta su tutto. Anche su di me che ne faccio parte.

Per conoscere tutte le proprietà dell’estratto di ippocastano, del gemmoderviato o della tintura madre, leggi questo articolo.

E prima si salutarci su brebu, non sardo, ma delizioso:

“Esci e cerca una castagna matta, piatta, intatta o malfatta, quella che più ti si adatta. La metti in tasca e con te la porti nei giorni che diventano sempre più corti. Senza farti trippe domande anche se ingombra poiché è grande. Ora non posso spiegarti il perché, i nonni bisbigliavano attorno a un caffè che la castagna matta ha il potere incantato di portarti alla primavera mai raffreddato”

 “Una castagna, devi prendere una castagna matta e tenerla in tasca per tutto l’inverno, così niente influenza”

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