A passeggio per Tuvixeddu

Passeggiando per Tuvixeddu  passeggi nel sogno, a pochi passi da Tanit, nel cuore della storia sarda. Non di quella più antica della quale disponiamo, questo lo devo dire fin da subito, ma certamente a braccetto con vicende contorte, conflittuali, estreme, che hanno segnato l’aspetto dei luoghi.

Tuvixeddu è archeologia ma anche e soprattutto natura, che da palese dimostrazione di come, nonostante l’uomo, lei possa vivere, di come l’uomo le sia in alcuni casi complementare ma mai indispensabile: crescerà, anche quando non ci saremo più.

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Ho visitato il sito in una delle prime giornate di bel tempo che quest’anno ci ha offerto: l’evento (perché a Tuvixeddu si entra solo accompagnati da guide) è stato organizzato con una sapienza sorprendente da Legambiente, che ha dato appuntamento a tutta Cagliari in Via Falzero alle nove. E’ bello essere figlie di una città che ti permette di sentirti sempre turista, ogni volta che la visiti: Cagliari è grande, donna, adagiata contro il mare, capace di custodire angoli di mondo segreti, belli di una bellezza che acceca.

Alle nove nella piazza d’incontro c’era già una marea di gente, e mentre gli organizzatori distribuivano i numeretti per la visita del sito, qualcuno con tanto di microfono raccontava la storia di Tuvixeddu.

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Ho scoperto in una mezzora d’attesa che un tempo Tuvixeddu era accostata a Tuvumannu, completamente scomparsa, che ad oggi, nonostante il poco rispetto regalatole è ancora la più grande necropoli fenicio punica di cui il mondo intero dispone, che la frenetica via Sant’Avendrace e via Is Maglias che ho frequentato così a lungo durante i miei anni universitari, erano un tempo vie funerarie, silenziose, solitarie, ai margini del mondo dei vivi. Ho avuto modo di confermare ancora una volta la sensazione che le culture antiche da sempre mi regalano: di rispetto per i propri morti. Delle volte mi domando cosa penseranno i nostri eredi delle sepolture a nicchia che oggi offriamo ai nostri defunti, austere, prive di vista, prive di speranza.

A Tuvixeddu ci si addormentava di un sonno morbido, abbracciati dalla speranza che Tanit sarebbe venuta, presto o tardi, a risvegliare con un alito di vita il defunto. L’incuria ha fatto delle tombe scavate nella roccia e più volte riutilizzate dai morti che vennero e dai vivi che cercavano riparo, qualcosa di poco conto. Un tempo dovevano essere ben più ricche, ben più belle, ben più sacre. D’altronde sembrerà strano, ma non è l’archeologia la dominante del luogo: a sorprendermi è stato il panorama di una Tuvixeddu che ti scocca contro un porto cagliaritano che lascia senza fiato, la scoperta che il ventre di Tuvixeddu sia scavato da un profondo canale sotterraneo, ma soprattutto la natura. In Aprile quell’angolo di mondo arido e tufaceo è esplosione di colori: domina il giallo del car’è cantzu, il rosso ed il violaceo dei papaveri, il verde limonato de sa lua, ed il giallo profumato della ginestra. Ti chiedi come sia possibile che in quel deserto battuto da un sole feroce, la natura abbia trovato il modo di vivere.

La passeggiata è stata lunga quasi un ora, e il cordone di visitatori si è mosso sotto l’attento sguardo della Villa Mulas – Mameli, dei primi del novecento. Pare che ancora oggi la dimora e l’essenza dei suoi abitanti vegli sul luogo come fece un tempo: furono proprio loro, fortuito caso di cagliaritani illuminati, ad impedire alla Italcementi che Tuvixeddu scomparisse, sorte che non è stata purtroppo scampata da Tuvumannu.

Penso a quanto sarebbe bello poter passeggiare per quei sentieri di una Cagliari nascosta sotto la luna piena: forse Tanit a quel punto riprenderebbe a parlarci.

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Per approfondire:

http://www.regione.sardegna.it/tuvixeddu/aree/tuvixeddu/

http://www.regione.sardegna.it/tuvixeddu/aree/tuvumannu/

http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&id=137138

Informazioni aggiuntive

L’ingresso a Tuvixeddu è gratuito e per conoscere le date nelle quali vengono organizzate le escursioni puoi provare a contattare Legambiente Sardegna anche tramite l’invio di una email.

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