L’acqua di San Giovanni

L’acqua di San Giovanni in Sardegna

Quello di quest’anno è stato un San Giovanni insolito, trascorso in città, schiavi di un caldo inverosimile. Eppure ieri, quando lo scirocco ci ha lasciato un pò di tregua, sono sgattaiolata fuori e ho fatto visita alle mie terrazze. Di fiori ce n’erano a sufficienza per cui ho pensato che sarebbe stato un vero peccato non preparare l’Acqua di San Giovanni.

Elicriso, iperico, lavanda, menta, rosmarino, timo erba barona, verbasco, erano erbe che durante la notte del 23 di giugno acquisivano un potere sorprendente. Venivano raccolte in ogni angolo della Sardegna, rigorosamente dalle mani esperte delle donne, non solamente per i propri poteri medicamentosi. I fiori venivano più semplicemente utilizzati per la preparazione di quella che era definita l’acqua di San Giovanni. Si otteneva molto semplicemente mettendo a mollo per una intera notte queste  profumate escrescenze fiorite, figlie delle piante magiche. Chi preparava l’acqua doveva essere preferibilmente a digiuno e pare che l’efficacia di questa fosse più ampia se i fiori posti in ammollo fossero stati in numero dispari. L’acqua l’indomani si sarebbe usata per lavarsi il viso, profumandolo come cosa invitante e preziosa.

L’ho lasciata a riposare, sotto i raggi di luna per una notte intera e questa mattina l’Acqua di San Giovanni mi aspettava, profumata di mentuccia selvatica e rose; ha reso la mia pelle morbida come da copione, tanto che non ce l’ho fatta, l’ho dovuta imbottigliare. Domani e dopo la userò ancora, per trovare durante tutto l’anno bellezza e fortuna.

In linea generale le erbe non erano comunque raccolte, essiccate, conservate esclusivamente per motivi terapeutici, ma anche perché durante la vigilia di San Giovanni acquisivano la capacità di rivelare pronostici sul futuro matrimoniale delle giovani sarde, o più spesso acquisivano caratteri apotropaici che avrebbero protetto uomini, donne e società tutta da malie, jettature e malocchi. Le erbe per dimostrarsi efficaci non avevano nemmeno necessità d’essere abbrebàdasa, ossia sottoposte alla recita dei brèbus, le parole magiche. A tutto pensava San Giovanni, il sole, la luna, la notte.

Ho pure messo ad essiccare qualche erbetta, ritrovando il piacere delle cose antiche e taciturne, delle preparazioni silenziose e speranzose, illuminata da un sole che ieri ha tardato a sparire, lungo e intenso come da sempre è durante la notte di San Giovanni.

I brani sono tratti da Est Antigoriu. Se vuoi saperne di più su San Giovanni contattami, segui i miei corsi, o acquista il libro.

1 Comment
  • erika
    Giugno 17, 2016

    Salve signorina.

    Queste sono tradizioni tipiche di molte parti d’Italia e non solo della Sardegna….

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