Il mio solstizio d’estate: tra streghe, acqua, fuoco e Sardegna

Il mio solstizio d’estate: tra streghe, acqua, fuoco e Sardegna

Quest’anno è l’anno giusto, ho pensato qualche mese fa. L’anno giusto per dedicarmi un solstizio in famiglia, con mia figlia, con mio marito, con i miei genitori e pochissimi altri.

Mi perdoneranno gli amici che mi hanno chiesto di partecipare all’uno all’altro evento. Mi perdoneranno le amiche che mi hanno proposto di andare a ballare sotto il sole e accanto alla luna.

Quest’anno è l’anno giusto per farmi un regalo, per fare un regalo a mia figlia. Quest’anno è l’anno giusto per costruire ricordi che non dimenticherà mai.

L’anno scorso girare attorno al fuoco insieme a tanti, mescolare acque profumate a più mani è stato appagante, forte, indimenticabile. Questo solstizio sarà più silenzioso, una pietra brillante che conserverò nel mio piccolo cuore.

Ma ti racconterò tutto, parola mia, e non ti lascio a bocca asciutta. Questi sono pensieri dell’anno scorso: li ho condivisi all’Orto Botanico di Cagliari immersa in un mare di gente appassionata.

Sono tuoi, prendili, leggili, regalali se ti va. E pensami quando il Sole in cielo si incontrerà con Luna, e raccogli le tue erbe, e pensa a quello che vuoi abbandonare al fuoco e quello che vorresti trovare nelle ceneri. Io l’anno passato sono stata accontentata.

Buona lettura, buon viaggio.

 

Il ciclo del solstizio d’estate è uno dei periodi più densi e ricchi di pratiche di difesa e protettive poste a tutela degli uomini, degli animali, delle case e dei campi che si conosca in Sardegna.

La domanda che con più frequenza mi viene posta è questa: cosa intendi per ciclo? Per quanto le pratiche delle quali parleremo stasera si concentrano tra il 23 ed il 24 giugno (San Giovanni Battista), molti rimedi, fuochi, auspici e presagi vengono utilizzati anche nelle giornate precedenti e successive. Il periodo “magico” va dal 21 giugno al 28 giugno (San Pietro).

Detto questo scopriamo qualcosa di più su questa giornata speciale. Quella che noi oggi chiamiamo notte di San Giovanni Battista, è stata una giornata festeggiata dai greci, dai romani e da molti popoli ancor prima. Non si tratta di un sapere esclusivamente mediterraneo: alcuni antropologi sono dell’opinione che si tratti di un sapere tradizionale e proprio per questo è impossibile darne un’origine e una datazione certa.

Ti faccio un solo esempio: hai presente il Midsummer day? Sciami di streghe si mostrano, secondo la tradizione inglese, in cielo, in strada, fra i boschi. E proprio durante quella giornata tutto può accadere.

Se vogliamo scavare indietro nel tempo basti pensare che secondo alcuni ricercatori Giovanni (Battista) sarebbe l’erede di Giano, il dio Bifronte custode in Roma delle porte solstiziali.

I motivi che hanno portato a questa supposizione sono due:

  • Il nome: Ianus vs Iohannes
  • L’ambivalenza: Giano Bifronte, Giovanni Battista e Giovanni Evangelista.

Insomma la festa in onore del Solstizio estivo doveva essere tanto radicata che in fase di cristianizzazione si è preferito più che sradicarla modificarla ponendo al centro protagonisti cristiani: San Giovanni Battista a custodia di una porta solstiziale, San Giovanni Evangelista a custodia dell’altra.

Ma in Sardegna?

San Giovanni è tanti aspetti. Si ritiene che il 23 giugno luna e sole si incontrino in cielo e la loro unione crei influssi benefici per tutte le cose. Rugiada, aria, piante, fuoco, tutto diventa sacro, benefico, magico e tradizionalmente si ritiene che il creato tutto si autorigeneri proprio in quella notte.

Gli usi isolani legati a questa notte sono vari: cerimonie lustrative, accensione dei falò, is fogaronis, presagi per il futuro, cerimoniali di protezione e unione (fumentos e comparatico), raccolta delle erbe.

 

Erbe abrebadasa

È pratica comune in Sardegna abrebare, dopo la raccolta, alcune erbe che si ritiene dotate di potenziale magico terapeutico. Alcune delle piante raccolte durante la notte di San Giovanni invece presentano il proprio potere terapeutico nonostante la mancanza delle parola che le attivi.

Questo ci racconta molto di questa notte.

Le piante a San Giovanni sono potenti per natura. Tutto merito del tempo di raccolta: questo lo sappiamo oggi e lo sapevano pure ieri. È evidente che le nostre antenate e i nostri antenati avessero compreso che durante il ciclo che noi oggi diciamo di San Giovanni molte piante curative entravano in periodo balsamico cioè mostravano il livello di sviluppo più alto. Quello era il momento giusto per la raccolta.

Mi preme ricordare che i tempi balsamici sono oggi piuttosto falsati a causa dei cambiamenti climatici: prendi ad esempio l’iperico (ne parlo qui)

 

Erbe delle Streghe e contro le streghe

 

Ma le streghe con San Giovanni cosa hanno a che fare?

Il nesso è forte ma non facilmente riconoscibile. Partiamo dalla tradizione popolare. In molti sono dell’idea che durante la notte di San Giovanni la probabilità di incontrare anime dei defunti, demonio soprattutto (quando ad esempio si tenta di acquisire diritti sulle piante della fortuna, della felicità e della salute), e streghe aumenti esponenzialmente.

Uno dei modi migliori per allontanare queste presenze è indossare segretamente amuleti ed erbe specifiche: prime fra tutte ruta e iperico, ma molte altre ancora in base alla regione della Sardegna nella quale ci troviamo.

Esistono almeno due spiegazioni che possano dare giustificazione a questa tendenza culturale. Tanto per cominciare il ciclo di San Giovanni, come già accennato, combacia con il solstizio d’estate, per dirla in altri termini con un periodo di passaggio e rigenerazione molto forte e sentito a livello popolare e tradizionale.

Come ogni periodo “critico” dell’anno (pensa a is animeddas o al solstizio d’inverno e alle questue organizzate in quella occasione, al ritorno dei defunti e degli spiriti) la visita degli antenati e di tutto il mondo etereo è altamente probabile. Per evitare i danni il periodo “critico” va necessariamente ritualizzato, dominato culturalmente.

In secondo luogo streghe e San Giovanni Battista, secondo la tradizione antica, hanno molto in comune. Leggenda vuole che Salomè, figlia di Erodiade sia stata causa della morte di Giovanni Battista. La storia è un po’ complicata ma grosso modo è questa: Erodiade sposa di Erode ebbe in figlia Salomè. Dopo il divorzio la donna sposò il fratello di Erode destando la disapprovazione di Giovanni Battista che per questo venne imprigionato ma non ucciso. Fu Salomè secondo alcune versioni, secondo altre su consiglio della madre, a chiedere la testa di Giovanni. Convinse lo zio della necessità dell’uccisione del santo con il ballo dei 7 veli.

Giovanni dopo il ballo dei 7 veli aveva decisamente poche change. Infatti venne decapitato di lì a breve: Salomè però, questo ci racconta la tradizione, vedendo la testa su un piatto cambia completamente idea. Si pente, si commuove e inizia a baciarlo, in preda alle lacrime. Dalla bocca di Giovanni però non uscì perdono ma un forte vento che la travolse costringendola a vagare, per sempre fra i venti. E le streghe? Pare che Erodiade fosse una vera e propria Striges, in grado di volare e seguita spesso da una vera e propria scia di donne strega: la famosa società di Diana o Erodiade. È probabile che sia proprio questa la connessione fra streghe e notte di San Giovanni.

È un fatto dunque che incontrare streghe e spiriti durante la notte di San Giovanni sia naturale. Ecco che la cultura isolana ha elencato una serie di erbe che proteggono o dovrebbero proteggere gli individui più soggetti a questi incontri: bambini molto piccoli (che non abbiano ancora compiuto un anno), donne e puerpere.

 

La serata di un anno fa è continuata molto più a lungo, ma del resto parleremo al prossimo incontro.

Felici incanti sotto la luna.

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