Sa Linna Arta: viaggio a Orosei – Onifai

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Tutto quello che abbiamo risparmiato in questi due anni di Covid, in energie, giri di ruota e denaro, lo stiamo sperperando ora. Dico sperperando ma è tutta energia, giri di ruota, e denaro davvero ben spesi.

Prendi ad esempio questo fine settimana fatto di due giorni e mezzo: sono partita da Quartu, sono arrivata a Turri, ho dormito a Bono, e poi ho attraccato ad Orosei, scollinando (letteralmente) fino a Onifai.

Ti racconto tutto: mettiti comod*.

Da Turri a Bono

Lo sapevi che è uscito il mio nuovo libro “Il ricettario delle Janas“? Se non lo sapevi qui trovi tutte le informazioni. Insomma chi scrive lo sa, chi legge lo sospetta: quando si pubblica un nuovo libro si deve viaggiare tanto tanto per raccontarlo, il libro intendo. E ti dirò che viaggiare tanto tanto mi piace da impazzire.

Turri | Biblioteca Comunale

Venerdì sono stata ospite di Turri, un tanto piccolo quanto grazioso borgo della Marmilla, famoso per sua maestà lo Zafferano e per i suoi spettacolari giardini di tulipano / iris / rose.

Ho presentato con qb di emozione il mio nuovo libro, anche perché, detto tra noi, come accipicchia si presenta un libro di cucina? Ma tutto bene, ci sono riuscita, e a detta dei presenti anche bene.

Ospite della biblioteca di Turri (che ringrazio) ho parlato di identità, di cosa sia, e di come si possa definirla, cercandone i segreti dentro i comportamenti e le narrazioni gastronomiche. Se vuoi saperne di più vediamoci a Collinas, Usellus o a Setzu durante le prossime settimane.

Festival letterario della Marmilla 2022

In dono ho ricevuto un bellissimo mazzo di Tulipani rosa, che non so come, sono sopravvissuti al mio incredibile viaggio, e ora mi guardano, un pò stanchi forse, potevano capitare nelle mani di una autrice più sedentaria, ma vivi.

Turri | Tulipani in Sardegna

Bono ci ha accolta come fa ogni volta, silenziosa, fredda di freddo, con campane che vibrano per annunciare la notte e con un caminetto che non volevamo accendere, ma pazienza, lo accendiamo ugualmente, perché se altrove è caldo, a Bono è freddo. E fortuna che sia così!

Ci sono parecchie cose che si possono fare a Bono e dintorni: io avrei voluto visitare il sito archeologico Sos Furrighesos di Anela: purtroppo non sono riuscita a trovare nessuna guida disponibile (se sei una guida, stai leggendo, e ti occupi della zona, contattami, ti prego), per cui ho ripiegato con la favolosa visita al valico di Monte Rasu.

Monte Rasu | valico
Ranuncolo selvatico

Lì il Goceano ti si srotola davanti agli occhi e a te non resta che ammirarlo perché è bello, piano, profondo, infinito. Per altro la stagione è quella buona per andare alla ricerca di piante che non conosco. Tutto era esplosione di roverelle, bella perennis ovunque e un insolito fiore bianco che sospetto essere la Stella di Betlemme, ma a breve te lo dirò con certezza.

Stella di Betlemme (?)
Monte Rasu | Valico

Monte Rasu | Valico

Ho salutato la madonna che lì sta, circondata dai suoi rosari ed ex voto, ho affidato a quel frammento di Dea Madre le mie richieste e sono andata alla ricerca della Achillea Ligustica, che ho trovato di lì a breve e mi sono portata a casa.


Monte Rasu | Valico

Orosei: Oasi Bidderosa e Linna Arta

Orosei è sempre Orosei: le ho affidato buoni ricordi. E’ abitata da belle persone, per cui ci torno sempre con incredibile piacere e questa volta l’ho conosciuta ancora meglio.

Nel pomeriggio due cari amici, Antonella e Silvano ci hanno portati in visita all’Oasi Biderosa. L’abbiamo attraversata a piedi, e in 12 mila passi circa ho visto piccole grandi meraviglie.


Oasi BiddeRosa – Stagno di Sa Curcurica

Tanto per cominciare il nome: Biderosa o Bidu de Rosa si traduce come Guado Rosa, per via dei colori che la costa assume laddove l’acqua sfocia in mare.

Il bosco è interamente abitato da pino d’aleppo e domestico, ginepri e macchia mediterranea. Lì ho trovato il lampascione, la lavanda stoechas e la preziosa (almeno per me) Phagnalon saxatile, lo scuderi angustifoglio, detto a Lodé Erva de incontru. Le note etnobotaniche, che ti stai di certo aspettando sono gustossime. E’ detta de incontru perché l’erba era in uso nella pratica de s’affumentu: l’erba veniva raccolta in occasione di San Giovanni o del Corpus Domini e bruciata contro il malocchio e le cefalee persistenti. Esisteva anche s’erva de iscontru ma questa è un’altra storia (approfondisci qui).


Phagnalon saxatile

Dopo moltissimi passi e moltissime foto siamo arrivati alla spiaggia n.1, bellissima, bianchissima, solitaria. Lì mi attendeva una ciprea: con l’animale vivo, in spiaggia, non l’avevo mai vista. Era lì in attesa. L’ho molto fotografata e poi salutata. L’animale è carnoso e rosso: vederlo vivo mi ha molto aiutato a comprendere del simbolismo della conchiglia. Per alcuni minuti il suo dorso di porcellana (ecco perché a Cagliari la diciamo sa proceddana) (per saperne di più clicca qui), ha riflesso la mia immagine. E questo per me è stato un regalo preziossissimo.

Sa Proceddana – Sorighe de mari
Sa proceddana | Sorighe de mari
Oasi Bidderosa – Spiaggia 1

Le cinque spiagge che fanno parte dell’Oasi d’estate sono aperte al pubblico, ma, e qui viene il bello, a numero chiuso. Quindi se vuoi godertele, inizia a prenotare fin da ora!

Sa Linna Arta |Orosei – Onifai

I miei amici mi credeva Dora l’esploratrice. Ieri hanno capito che sono la versione zoppa e appesantita di Lara Croft. Per cui per raggiungere il sito de Sa Linna Arta ho dovuto faticare, strisciare, scivolare culo culo e temere, ma al diavolo tutto, ci sono riuscita.


Sa Linna Arta | Orosei – Onifai

La paura di Antonella (poi diventata anche mia) era di incontrare delle zecche, ma in realtà le zecche non erano un problema. Il guaio maggiore è stato rappresentato dallo stato del sito, devastato probabilmente da chi ha cercato e forse trovato, i tesori nuragici.

Il nuraghe doveva essere poderoso, come mi ha raccontato Silvano, circondato da tante capanne e da un piccolo e preziosissimo pozzo sacro che senza le mie guide speciali non avrei mai nemmeno sognato di vedere.


Pozzo sacro di Sa Linna Arta

E’ circondato da un muretto a secco ovale, che un tempo doveva forse fare da zoccolo alla capanna posta a protezione della struttura. L’accesso al pozzo è garantito da un piccolo corridoio che mostra ancora il camminamento originale e da quattro scalini che consentono il raggiungimento dell’acqua ancora presente.

Sull’architrave della porta del pozzo si distinguono due nicchiette nelle quali forse venivano posti ex voto e a destra si intravede un ambiente oggi crollato.

Pozzo sacro di Sa Linna Arta

Pozzo sacro di Sa Linna Arta

Pozzo sacro di Sa Linna Arta | vista dall’alto

Impossibile non sognare, osservando il piccolo pozzo che ricorda quello di Santa Cristina, ma in miniatura. Impossibile non sperare che presto il sito venga ricordato da chi di dovere, e reso fruibile.

Non ti posso raccontare di alcun suono, di alcun profumo: lì è tutto silenzio e il profumo è quello indistinto ed impossibile da mettere in parole della macchia mediterranea.

Ho lasciato il luogo con un sospiro di sollievo, avevo paura che le gambe non avrebbero retto, ma poi ce l’ho fatta e ora mi è dentro, come tutti gli altri, preziosissimi che ho visitato e visiterò.

Dove ho dormito e dove ho mangiato

Sono stata ospite di Domo pro Vois, un luogo incantevole, antica dimora ristrutturata e oggi resa preziosa anche e soprattutto dalla cura che riserva ai suoi clienti.

Ho mangiato, e davvero bene, presso il ristorante del camping Cala Ginepro, e presso il ristorante Sa Prama. Te li consiglio.

Passo e chiudo, Caterina permettendo a breve tornerò con nuove ipotesi di viaggio. Se vuoi consigliarmi qualche meta commenta il post o scrivimi a info@claudiazedda.it

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